PUO' UN UOMO SPOSATO DIVENTARE SACERDOTE ?

 La risposta è positiva ma sarebbe opportuna una digressione storica al riguardo,  la visione  che esporrò non ha alcuna pretesa di scientificità, perchè è una personale sintesi di vari autori a mio parere  spesso  vaghi  o  contradittori.

 

Gli apostoli  sicuramente in gran parte erano sposati e ciò permise nei tempi post apostolici che i vescovi fossero sposati se lo volevano, tentativi di dissacrare il matrimonio in relazione al celibato furono decisamente respinti anche se il celibato aveva in fondo una maggiore considerazione per il suo carattere speciale.

 

I preti potevano essere sposati con la possibilità di avere rapporti matrimoniali, per i vescovi la questione era discussa.

 

Si formarono due scuole, una orientale ed una occidentale, quella orientale afferrmava che i preti potevano essere sposati con relazioni matrimoniali ma i vescovi anche se sposati dovevano astenersi da rapporti con le proprie mogli, ciò perche una diffusa tradizione riteneva che gli apostoli agirono in questo modo. Inoltre come rappresentanti di Cristo era più conveniente che si astenessero da rapporti sessuali, i preti lo erano anche ma in qualche modo non con la stessa pienezza e questo permetteva una certa minore rappresentatività.

La soluzione fu quella di consacrare vescovi solo i monaci che per loro natura devono essere celibi, consentendo un presibrato uxorato.

 

In occidente fino al Concilio di Trento il problema fu molto dibattuto, molti vescovi non vollero rinunciare a rapporti con le proprie mogli e vari preti istituzionalmente celibi non rispettavano il loro stato.

La santità era diffusa ma anche molta corruzione, preti che abusavano di bambini e ragazzi non mancavano, le critiche - fin dal medioevo - furono molte e forti ma in fondo inefficaci.

 

Il celibato era spesso proposto per evitare la trasmissione ereditaria dei beni del clero ai figli al fine di impedire la nascita di una casta, chiaramente il problema giuridico in oriente se c'era, fu risolto, ma in occidente no.

 

C'era anche forse  il problema di un clero sposato che praticando rapporti sessuali con le mogli probabilmente utilizzava il coitus interruptus contrario all'etica sessuale del tempo ed attuale, poi appunto  un clero celibe ma a volte  non fedele alle sue promesse; che fare?

 

La soluzione avvenne con il Cocilio di Trento che abolì un clero ed episcopato sposato  ed impose moltissimo  la diffusione del sacramento dell'ordine  ai  religiosi che per loro natura devono essere celibi. Solo  nei riti cattolici orientali fu permesso di continuare ad avere preti sposati.

 

Con il Concilio vaticano II fu proposto da alcuni Padri Conciliari l'abolizione della legge del celibato ecclesatico per i preti non religiosi, un fatto interessante, perchè questa idea venne dall'alto (probabilmente da una piccola minoranza) e non da una contestazione di base.

 

Già all'epoca il problema della scarsità delle vocazioni era sensibile e quindi in seguito l'idea di consacrare uomini sposati si diffuse molto e con rapidità. Il concilio non innovò la disciplina e Paolo VI con l'Enciclica Sacerdotalis Coelibatus  dichiarò che in effetti non c'erano impedimenti teologici al riguardo ma che semplicemente per gran parte dei  cattolici di rito latino il prete piaceva celibe (ed è così), e  poi in effetti il prete celibe era più rappresentativo della sua missione.

 

L'idea della ordinazione di uomini sposati si diffuse  in ampi strati del laicato come metodo per risolvere la carenza delle vocazioni, vari laici sposati erano disponibili per questo passo, si deve segnalare però che questa tipologia di preti nella visione che era presente al livello di base non avrebbe potuto intraprendere una carriera ecclesiastica, la loro funzione sarebbe dovuta essere solo quella di dispensatori della grazia santificante.

Quindi, una situazione ben diversa dai preti cattolici sposati di rito orientale, a distanza di anni condivido questa definita visione.

 

Sempre 30 o 40 anni fà la richiesta di sacerdoti sposati era sostenuta con un forte convincimento da ambienti ecclesiali del sudamerica però a quanto pare la situazione non è cambiata: 

 

 

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Dunque, nella Chiesa Cattolica Romana di rito orientale  esistono preti sposati, ma chi sono? Si dice che siano in oriente ma con la emigrazione di varie popolazioni slava alcuni sacerdoti sposati sono arrivati in occidente, però le cose sono un pò in modo diverso poichè riti orientali cattolici si trovano anche in Italia e da tempo immemorabile. 

 

Presento di seguito due video in cui si può vedere ed ascoltare la testimonianza di due preti cattolici sposati  di rito orientale  presenti  in Italia ed italiani ( non sò se ancora viventi e della loro santità non saprei cosa  dire):

 

La chiesa greco cattolica messina.mp4
File video/audio MP4 [57.0 MB]

Interessanti sono le considerazioni circa il sacramento dell'ordine relative al Cristo risorto, quale è meglio? Discutendo su tali questioni secondo me si realizzerebbe un loop logico senza alcuna uscita.

 

 

 

                              Questioni connesse

 

Un problema che potrebbe essere connesso alla approvazione dei preti sposati nel rito latino e quello dell'uso degli anticoncezionali nei rapporti con e loro mogli ovviamente. Se la logica della Humanae Vitae è corretta, sarebbero accettabili   un sensibile numero di preti sposati che non la condividesse? Difficilmente si, forse sarebbe meglio circoscrivere il fenomeno del prete uxorato ai riti orientali.   Ecco perchè trattare questo argomento ed in un prossimo link sarà fatto, ha la sua importanza e non solo in riferimento alla morale sessuale dei laici sposati.

 

 

 

 

                                   COROLLARIO

 

Nella Chiesa esiste l'istituto del celibato detto per il regno dei cieli, ovvero per ricordare la contingenza del creato ed il suo destino verso il regno dei cieli futuro.

 

Nei secoli  molta gente partecipò all'istututo del celibato ma a volte o per povertà o per altra costrizione, come mai? Il fatto è che fu perso di vista per ragioni a me ignote che solo un celibato scelto nella prospettiva di testimoniare la contingenza dell'attuale creazione è quello che Cristo ha definito per il REGNO.

L'altro (magari anche dovuto ad incidenti vari) potrà essere vissuto pure da persone sante, ma non è per il regno, esso è parte del mistero del dolore innocente!

La dimenticanza inesplicabile di questa differenza ha prodotto molte sofferenze.

 

(Tra il 1700 e la fine del 19° secolo invalse tra ambienti cattolici -ma non solo- l'uso di utilizzare castrati come cantori, in questo caso agli inizi del 20° secolo fu chiaro che era un gravissimo errore; la castrazione  già  in epoca  patristica  era  condannata  ma  per altre ragioni).

 

Nel secolo scorso con la diffusione di un certo benessere materiale si assistette alla crisi delle vocazioni, segno che moltissime non erano per il regno e forse non lo erano mai state, inoltre varie funzioni sociali che erano di pertinenza della Chiesa finirono per passare agli stati, quindi non si aveva più bisogno delle  attività  assistenziali  svolte  dai  celibi.

 

 

                               Una osservazione

 La impossibilità di sposarsi può dipendere anche dal fatto che non ci sono quantitativamente persone dell'altro sesso disponibili e ciò è avvenuto in Cina a causa di aborti selettivi  verso le femmine.

 

Ma anche in Italia credo che si realizzi lo stesso problema poichè ho l'impressione che il numero delle femmine sia superiore a quello del maschi da due ad uno e verso i tre ad uno.

Infatti mi pare che molte coppie abbiano solo due femmine, due femmine ed un maschio   oppure  solo una femmina.

Chissà perchè, forse l'alimentazione? Una peculiare causa genetica? O forse un aborto selettivo verso i maschi causato da tendenze  per così dire omo-bissessuali antidiscendenza maschile? Però nella prima e seconda guerra mondiale moltissimi maschi persero la vita rispetto alle donne che poi poterono riprodursi, forse in quei tempi il numero delle femmine  era inferiore? Sarebbero necessari studi approfonditi !  

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Si è parlato dei riti orientali, ma gli orientali cattolici chi sono? Quale è la caratteristica dei loro riti? I Riti cattolici orientali sono vari e sarebbe necessaria una descrizione altamente specialistica, si può però dire qualcosa.

 

Circa la loro spiritualtà, questa fu affrontata in modo direi pubblico per il rito latino  con l'ultimo Concilio, ciò secondo me  senza volerlo provocò un infllusso cattolico-orientale nelle spiritualità del  rito latino. 

Vari documenti conciliari  parlano dell'oriente e molti libri in tal senso furono diffusi  presso i latini causando un assorbimento dei loro principi.

 

Bisogna però stare attenti, un conto sono certi principi orientali come può concepirli un latino, un altro conto è come li può vivere un orientale, non è detto sia la stessa cosa.

 

Mi pare che la struttura architettonica  delle  chiese di rito orientale risenta della influenza  dei templi ebraici che forse a loro volta risentirebbero quella degli antichi templi egiziani. La liturgia di rito orientale bizantina tende a rappresentare il cielo sulla terra, quella latina la tensione verso un cielo non ancora presente in pienezza.

La struttura di una chiesa latina è la evoluzione delle case romane dove si celebrava il rito eucaristico.

 

Come è noto con il Concilio la posizione liturgica dei preti che anche in epoca preconciliare sono stati sempre uniti al resto del popolo di Dio è cambiata in entrambi i riti  e secondo me  tutti due  si sono adeguati ad una società più tecnologica assumendo una estetica direi meno floreale. Questo a volte potrebbe far pensare che la liturgia di rito latino sia in qualche modo diventata un pò protestante ma in realtà è solo una questione di coerenza con una società più industriale. Il latino nel rispettivo rito è stato generalmente eliminato in favore delle lingue nazionali ma i fedeli che lo richiedono - secondo un legittimo pluralismo ecclesiale - possono vivere la liturgia con questa lingua ed a volte anche con il  precedente  rito.

 

Per cercare di capire qualcosa di più (almeno circa il rito orientale cattolico bizantino che è quello di più interesse per i latini considerando la sua vicinanza) presento di seguito alcuni video presi da you tube:

 

 

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    PUO'    UNA    DONNA     RICEVERE

    IL   SACRAMENTO    DELL'ORDINE?

 

La risposta secondo il Magistero Pontificio ordinario  è  negativa,  la motivazione è il comportamento di Cristo che non volle donne sacerdotesse pur avendo avuto molti comportamenti di rottura sociale ed a favore delle donne. 

 

La Chiesa verso il quarto secolo prese in considerazione questa possibilità ma si ritenne in base ad una valutazione socio-teologica che se Cristo avesse voluto donne sacerdotesse in generale, ne avrebbe ordinate. Si ritenne che il motivo di questa negazione era da attribuirsi al rapporto uomo-donna descritto da San Paolo.

 

Nei secoli seguenti il problema si presentò occasionalmente ma  fu sempre risolto contro l’ordinazione di donne senza particolari problemi.

 

Nel 20° secolo con la discussione della predetta visione paolina il problema si ripresentò ed alcuni settori della Chiesa lo risolsero a favore della ordinazione femminile, ritenendo il comportamento di Cristo voluto per una accondiscendenza verso quei tempi. Un'idea diffusa della debolezza intellettuale/caratteriale del genere femminile per natura congenita finì per scomparire, inoltre varie difficoltà di natura sociale causate da problematiche mestruali si risolsero grazie ad ingegniose invenzioni; normative che da moltissimo tempo appaiono assurde e retrogate forse in passato potevano avere un effettivo senso pratico.

 

Il Magistero con la Congregazione per la fede e direttamente con Giovanni Paolo II ha ribadito la visione tradizionale invocando l’esistenza di un Magistero ordinario universale dei fedeli di natura infallibile che in passato operò.

Però tale visione, anche da parte di persone dotate di una cultura teologica avuta attraverso scuole universitarie ecclesiastiche-cattoliche non è condivisa.

(A me pare che ci deve essere un limite didattico tale da non permettere sempre di capire quando una proposizione teologica è infallibilmente dichiarata).

 

Secondo me il problema dovrebbe essere definito in modo più articolato: esiste un magistero ordinario universale infallibile dei fedeli che ritiene valida la ordinazione di uomini; per ipotesi si consideri che in effetti non escluda positivamente la ordinazione di donne.

Si potrebbe pensare che ciò sarebbe sufficiente ad un Pontefice per poter ordinare validamente donne, in virtù del principio stabilito nel vangelo di Matteo: tutto…….Ma in realtà le cose non stanno così, esiste una logica di sistema che limita I Poteri Pontifici, la Chiesa è certo una teocrazia pontificia ma non assoluta come si può credere. Ad esempio potrebbe un Papa aumentare il numero dei sacramenti? Naturalmente no. Per una sicura valida ordinazione di sacerdotesse seguendo la predetta ipotesi sarebbe necessario un magistero infallibilmente definito in tal senso   e  questo magistero non esiste.

Agendo senza tenerne conto  vorrebbe dire saltare da una speranza teologica ad una certezza teologica assoluta in modo indebito; (La contestazione del Magistero Pontificio di cui sopra al momento - ma anche nel secolo scorso - non comporta scomunica o privazione dei sacramenti, ma è un atto di tolleranza per le ragioni più varie).

 

Queste valutazioni potrebbero essere più condivise attraverso una considerazione di tipo analogico che propongo.

 

Nel secolo scorso una riflessione riguardante la telogia africana propose la possibilità di usare farina e bevande alcoliche africane per la consacrazione  eucaristica. (Ciò fu suggerito dall'idea della inculturazione della fede insieme al fatto che a differenza di questo secolo, normalmente non era  in genere possibile nutrirsi  di alimenti di altri luoghi e stagioni ).

 

In fondo si potrebbe pensare che anche se Cristo usò la lingua aramaica durante l’ultima cena non per questo dopo di Lui, come avvenne ed avviene, non si possano utilizzare validamente altre lingue e quindi perchè non utilizzare altre farine e  bevande alcoliche?

Il discorso non è insensato, ma già in quel tempo esistevano altre farine ed alcolici oltre alla farina di grano e vino, quindi fu una scelta deliberata che garantisce in modo assoluto la validità della transunstanziazione con I predetti alimenti. Anche se non ne esiste uno escludente, non esiste un magistero infallibile includente altri alimenti oltre a quelli di cui sopra; (un pensiero... Cristo disse che al suo ritorno avrebbe ancora bevuto vino, un fatto interessante che mi fà pensare non solo ad un Suo gradimentto verso la scelta della farina di grano e vino, ma che  i suoi discorsi sul banchetto nel regno dei cieli non siano una metafora, comunque come un motto dice, chi vivrà vedrà).

 

 

                     INTERESSANTE  COROLLARIO

 

Le considerazioni  predette sugli alimenti utilizati per la consacrazione eucaristica valgono anche per un' altro alimento che viene usato come materia nel sacramento delll'unzione degli infermi, ovvero l'olio di oliva. Ad esempio perchè non utilizzare l'olio di arachidi o quello di soia?

 Se la chiesa fosse sorta in oceania, non verrebbe utilizzato l'olio di cocco?

 

 Circa la materia del predetto sacramento è interessante considerare che una volta consacrato l'olio, questo potrebbe essere toccato da ogni diretto interessato, come il pane eucaristico può essere preso direttamente da ogni fedele dopo la consacrazione del presbitero autoassolvendosi in questo modo dai peccati veniali,  allora il fedele che con intenzione salvifica toccasse l'olio consacrato si autossolverebbe da tutti i suoi peccatti ed ovviamente se graziato da DIO verrebbe guarito da ogni male fisico. 

 

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 Sui i sacramenti in generale si può osservare che Cristo circa l'estrema unzione ed il rito eucaristico come materia ha scelto dei vegetali ed un derivato dai vegetali ovvero il vino, perchè al posto del vino non ha preferito il latte? Il fatto che sia un prodotto animale è stata la causa? Se si, questo fatto potrebbe avere un senso? Non sò.

 

 

 

                    CONSIDERAZIONI   GENERALI

 

Sia in questo seguito come nel primo si è parlato del problema della infallibilità della Chiesa, ormai è necessario affrontare questo problema in modo più esaustivo e questo sarà fatto nel prossimo link. Seguendo lo spirito del sitoweb si collegherà tale questione al matrimonio e quindi alla enciclica  Humanae Vitae; saranno riflessioni un pò complesse.