PRESUPPOSTI   IDEOLOGICI

                                                       ______________

 

 

                                 PARTE  PRIMA

 

                                1° SEZIONE

 

a) La filosofia che ispira le modalità di valutazione e organizzazione dei contenuti del sitoweb è un mio personale neotomismo che nel suo svolgimento assume trà "i principi e la metodologia" di San Tommaso D'AQUINO, il realismo  e  la sintesi.

 

 La filosofia di San Tommaso è promossa dalla Chiesa Cattolica Romana, però come è noto da decenni (Lumen Ecclesiae di Paolo VI, 1974) non è possibile prendere IN TOTO la sua visione ed applicarla integralmente  nei tempi odierni, come anche PIO XII segnalò perlomeno dalla seconda metà del XX secolo attraverso il Suo Magistero. Nello stesso tempo i predetti Pontefici dichiararono che tentare di sostituire tutta la sapienza greca e medioevale con nuove filosofie non sarebbe corretto poichè le predette sapienze hanno effettuato e con una terminolgia adeguata, molte affermazioni giuste.

 

 Cercare una sorta di concordismo si può anche fare ma in fondo la forza teoretica delle conclusioni di una tale metodologia non sarebbe notevole.

 Ad esempio, sostanzialmente la  gnoseologia di San Tommaso è corretta ma deve essere integrata con la scienza neurologica.

 

 Il problema è cosa di S.Tommaso si può accettare dal XX secolo in poi, considerando però che il suo sistema di catalogare i contenuti della fede e della morale cattolica anche se questi non  fossero condivisibili è ancora ottimo,  mi sembra poi che i sistemi filosofici di Kant ed Hegel  strutturalmente gli assomiglino.

 Di grande importanza per la sua validità rimane  la concezione politica-giuridica della società umana di San Tommaso d'Aquino. 

 

Si deve dire però, che l'enciclica Aeterni Patris di Leone XIII, con cui San Tommaso fu proposto in modo forte alla Chiesa, non nega che altri abbiano potuto o possano presentare aspetti dottrinali migliori dell'angelico dottore.

 

 

b) Però gia nel 19°secolo con Don Bosco -forse inconsapevolmente- la sua metodologia educativa fu messa in discussione, facile era ai suoi tempi educare i giovani ma con l'avvento della società industriale  un definito metodo preventivo  si ritenne necessario, poi con il concilio (grazie anche al precedente apporto di PIO XII) si capì l'importanza della scienza psicologica-ignota ai suoi tempi- che è stata applicata al diritto matrimoniale canonico, anche se tale diritto conserva una corretta forte impronta aristotelico-tomista.

 

 Anche varie osservazioni un tempo pacifiche a causa di una diversa razionalità dovuta a una differente scienza della natura, non mi  sembrano accettabili. La sua distinzione delle verità di fede in razionali e soprarazionali, a me pare che dovrebbe essere integrata con una visione di verità razionali, soprarazionali ovvero non previste ma non contrarie alla ragione ed antirazionali, ovvero effettivamente contrarie ad una ragione laica. Se non ci fosse stato il peccato originale probabilmente non si potrebbe mai parlare di verità di fede contrarie ad una razionalità scientifica o filosofica, tanto grande sarebbe la loro evidenza, ma dopo il peccato supremo la questione può essere posta.

 

 Ad esempio, il miracolo della conversione delle sostanze del pane e vino nel corpo di Cristo con anima e divinità presentato da Gesù ad una ipotetica umanità senza peccato originale, secondo me non sarebbe creduto  per una cognizione rigorosa causata da una razionalità teologica donata dal Creatore, la predetta umanità avrebbe una razionalità naturale utilizzata ad esempio per comprendere le leggi della meteorologia ed una teologica che gli permetterebbe di accettare e sentire come vero ciò che non potrebbe essere acquisito attraverso deduzioni fisico - matematiche. Ovviamente la piena comprensione di misteri come La Trinità non sarebbe possibile.

 Le uniche verità in comune con le sopradette razionalità sarebbero i cosiddetti preambula fidei  e   come osservato  fin dal medioevo anche da San Tommaso  il principio: intendere  per  credere  e  viceversa.

 

 

                                   COROLLARIO

 

 Riguardo il medioevo chiaramente a quei tempi si ragionava secondo lo stile dell'epoca, ma sarebbe possibile applicare lo stesso stile nei tempi odierni ottenendo un risultato sensato? Forse in riferimento a problemi teologici è possibile. Si pensi a Dante Alighieri e al suo modello dell'aldilà, potrebbe essere applicato oggi?

Può darsi, infatti le anime dopo la fine della vita terrena dei corpi in cui sono infuse non rimangono nello spazio, dove c'è ad esempio il sistema solare ma vengono trasferite da DIO nell'aldilà, ma dove è l'aldilà? Secondo la scienza attuale, l'universo in cui l'umanità esiste è sorto da un BING BANG che ha formato una enorme sfera che si espande, le anime dopo il decesso delle persone a cui appartenevano, mi pare per forza di cose che finiranno per stare fuori la sfera o dentro, (comunque in qualsiasi modo venga concepito, ci sarà sempre una zona interna ed esterna l'universo). Quindi l'aldilà potrebbe essere effettivamente un luogo oppure più luoghi secondo un modello  un pò affine  a quello che si rappresentava Dante Alighieri.

 Circa il predetto poeta, sul sito web dello Stato Vaticano si possono trovare vari documenti Pontifici al riguardo.

 

Pensando sempre al medioevo dopo il Concilio Vaticano II varie organizzazione ecclesiali nate anche in precedenza, adottarono l'uso di subordinare sacerdoti  a  donne, fatto che ebbe origine nella età di mezzo.

 

                               2° SEZIONE 

 

a) Si può dire usando il pensiero di San Tommaso qualcosa di ancora accettabile per una società moderna oltre a quanto già segnalato? Secondo me si, ovvero la positività della materia in generale come affermato da Agostino ed il fatto che la materia prima con cui è fatto il creato (oggi diremmo, mondo subatomico) anche senza una sua forma concretamente definita rimane buona,  quindi caratterizzata da una impronta trinitaria e per conseguenza  conoscibile. 

 

 Bisogna osservare che S.Tommaso a differenza di aristotele e  della filosofia islamica, induista e cinese  perlomeno dell'epoca, diede molta importanza alla materia oltre che alla forma, subendo forse (oltre a quello di S. Agostino) l'influenza di S. Alberto Magno che era un alchimista e gli alchimisti mescolavano liquidi e materiali vari per capire il mondo ed ottenere nuove sostanze. Ciò permise di capire la possibilità e la opportunità di applicare la matematica  a  tutte le scienze oltre quelle astronomiche.

 

b) Per capire un pò Dio, S.Tommaso riteneva che si potesse partire per così dire dal creato e quindi studiare la Sua opera, ma dalle sue considerazioni si apre la possibilità di uno studio non solo della forma  ma anche della materia  degli enti, la cui essenza secondo S. Tommaso è data da una materia unita ad una loro forma, fatto questo che ai suoi tempi ed a volte anche nell'antichità  non  era  sempre  condiviso. 

 

  L'idea di forma conserva anche oggi una sua attualità, si pensi a due elementi, la grafite  ed il diamante che hanno lo stesso tipo di atomi ma disposti in modi diversi.

 

 Chiaramente secondo la visione della scienza del XX° secolo il concetto di materia a volte deve essere considerato analogo a quello di energia, ad esempio, i fotoni che possono causare danni alla pelle e che servono per le cellule fotovoltaiche sono una vis pura  che però ha una sua effettiva corposità ed in fondo legando a volte  vari atomi  fa parte del corpo umano.

 Tuttavia la realtà come è concepita oggi comporta alcune eccezioni a quanto sopradetto, infatti ha senso applicare la categoria di forma o materia al fotone?

 Sempre riguardo la sostanza degli enti, mi viene in mente un quesito a cui non ho trovato  risposta: di cosa è fatto un campo magnetico? E quello elettrico?

 

 

c) Dunque i principi primi dell'ESSERE di origine aristotelica accolti da S.Tommaso insieme alla sua visione dell'analogia presa sempre da aristotele sono comunemente accettabili (materia-forma, essere-essenza, finito-infinito, limite-illimitato, unità - molteplicità ecc.), ma gia dalla seconda metà del XX secolo visti nell'ambito di una visione della natura come ontologia dell'universo piuttosto che come metafisica di un divino, ci sono vari testi al riguardo.

 

 E' interessante osservare che  nella società di oggi è diffusa una cultura  riguardante l'antinfortunistica con auditor, sistemi di gestione della qualità e metodologie di project manamegent, mi sembra veramente che l'ontologia insegnata nelle università cattoliche -ma forse non solo- sia estremamente conveniente per una solida comprensione ed applicazione della cultura di cui sopra (fatto che comporta un principio medioevale, cioè che tutti i membri della specie umana se non malati, sono dotati in qualche modo di ragione). Si prenda ad esempio l'architettura  e si pensi all'uomo di Vitruvio che comprendeva il principio di micro e macrocosmo applicati alle costruzioni; principi dell'essere validi anche ora.

 

 

 

                                     3° SEZIONE

 

a) Circa l'idea del mutamento, considerare la sua natura come passaggio dalla potenza all'atto non è in genere sbagliata, si pensi alla crisalide che diventa farfalla, alla evoluzione delle stelle, come alle trasmutazioni nucleari della natura più varia. Si deve osservare che la potenzialità che appartiene ad un ente non è vista da  S. Tommaso come un atto in piccolo ma solo come una carenza di un ente che gli consente di mutare. 

 Però la visione del movimento come passaggio dalla potenza all'atto non  ha valore universale poichè un mutamento per ragioni gravitazionali o magnetiche o elettrostatiche non vi è ricompreso. Secondo me anche la teoria della tettonica zolle,  il vulcanismo e la nascita delle montagne sono difficilmente valutabili alla luce dell'idea del movimento come passaggio dalla potenza all'atto.

 

 La soluzione del predetto problema a mio parere è nel'accettare la visione di una dialettica della natura che al suo interno può comprendere molte volte anche la dinamica del movimento come concepita da aristotele.

 Questa visione è stata anticipata dal cardinale Cusano in epoca rinascimentale attraverso l'idea della coincidenza degli opposti (affermata in qualche modo anche da Eraclito) per cui la logica aristotelica è un ottimo punto di vista per analizzare vari settori  della realtà, la quale però funziona attraverso una sintesi di enti che nega ciò che precede la loro affermazione.

 

 Il filosofo Hegel contribuì al suo sviluppo con l'idea che il divenire naturale ed umano si realizzano con un incontro-scontro di tesi, antitesi e sintesi di opposti  non solo con il trionfo di un opposto sopra il suo contrario (si pensi ad alcune funzioni antagoniste dell'organismo umano), successivamente si affermò una vera e propria filosofia della dialettica della natura che elaborò le seguenti leggi:

-la legge del passaggio dei mutamenti da quantitativi in qualitativi, (ad esempio il cambiamento del volume dell'acqua a causa un aumento della sua temperatura) che spiega attraverso quali processi  gli enti subiscono i mutamenti,

-la legge della unità e sintesi (forse sarebbe meglio dire coordinamento) degli opposti -- ad esempio i poli dei campi magnetici ed elettrici -- che mostra le basi di ogni evoluzione, quasi un suo impulso interiore,

-la legge della negazione della negazione, che esprime i nessi tra i diversi stadi di ogni cambiamento, ad esempio un atto che nega la potenza   e   viceversa. E' interessante osservare che  in questa terza legge della dialettica, la visione aristotelica del mutamento  non viene negata ma assorbita.

 

 

b) La predetta visione afferma che la materia è sempre in moto e che salti trà un processo di mutamento ed un altro sono possibili (per materia si intende l'energia diffusa o concentrata in modalità tridimensionali, per realtà in generale si intende ciò che è oggettivo indipendente dai nostri sensi). Quando la materia realizza un salto, funzionerebbe con regole diverse dalla condizione precedente pur riassumendole

 Queste leggi o se si vuole principi,  valgono indipendentemente da ogni precisazione delle leggi naturali per mezzo di nuove scoperte, come il fatto che la prima legge di Keplero non ha più un valore universale e che un nuovo satellite di plutone si muove in modo epicicloidale come avrebbero ritenuto gli astronomi greci antichi, (quindi un pianeta se unico, attorno al suo sole assume un'orbita circolare che diventa eclittica a causa di perturbazioni; e nell'atomo? Lo stesso).

 

 Il problema per l'accettazione di queste leggi consiste nel fatto che furono elaborate dal filosofo marxista Engels il quale le applicò con Marx in modo improprio alla storia umana, i risultati sono noti. Ma in effetti la storia dell'arte è spiegata secondo sociologismi marxisti e fatto curioso, il crollo della Unione Sovietica può essere spiegato anche secondo  i  predetti  canoni. Un fatto interessante risulta anche che la proposta della dottrina sociale cattolica di un incontro trà le categorie sociali per realizzare un reciproco progresso sembra l'applicazione di una logica dialettica.

 La visione dei marxisti inoltre  comprendeva l'ateismo che ovviamente qualsiasi neotomismo nega e l'infinità delle particelle subatomiche che personalmente non ritengo valida; può esistere qualcosa con una energia inferiore  al  limite di Planck? Secondo me no.

 Però è bello osservare che la teoria dialettica della materia aveva una grande considerazione della filosofia di aristotele, un filosofo che ai dialettici piaceva moltissimo, infatti attraverso l'utilizzo di vari suoi concetti si affermava la consistenza dell'universo contro alcune filosofie che lo ritenevano in qualche modo privo di una solida realtà. 

 

c) Per concludere questa sezione ritengo importante rammentare che la storia umana dopo il peccato originale risente anche se in modo misterioso della presenza della Trinità, infatti qualora il Verbo Divino non si fosse incarnato la storia umana sarebbe stata chiaramente diversa, le culture precolombiane starebbero ancora a compiere sacrifici umani, l'europa sarebbe primitiva e le civiltà indu e cinese sarebbero statiche. Interessante è il pensiero del teologo Teilhard De Chardin, il quale ritieneva il giorno del giudizio universale come un ultimo atto di una precedente evoluzione umana da realizzare non solo secondo principi spirituali cattolici ma anche per mezzo di una integrazione tra tutti gli uomini, ed una volta finita, il giudizio avverrà. Infatti affermò che poichè l'incarnazione del Verbo Divino è avvenuta ad un determinato stadio dello sviluppo culturale della umanità e non per caso, cosi sarà anche per il giudizio universale.

 Questa visione forse risente dell'idea di Sant'Agostino che le legioni di Cesare marciarono anche per creare un mondo unito così da favorire l'evangelizzazione. L'idea del teologo per me ha senso ma bisognerebbe considerare anche l'influenza della cosiddetta Chiesa Celeste come appare dal libro dell'Apocalisse, però credo  sia molto difficile.

 

 

 

 

                               4° SEZIONE

 

a)  Riguardo le prove della esistenza di Dio formulate da San Tommaso, secondo me il discorso da proporre è essenziamente la contingenza del mondo, bisogna osservare che con la evoluzione delle conoscenze scientifiche le modalità di presentare la dimostrabilità della esistenza di un fondamento intelligente e senziente dell'universo, rispetto ad un lontano passato possono essere discutibili (PIO XII - Pontificia Accademia delle Scienze - 22/11/1951), però anche  pensatori atei per dimostrare  la validità del loro ateismo secondo me a volte realizzano concezioni che in qualche modo sono logiche ma nello stesso tempo un pò fantasiose, anche Kant nella sua Critica ammise che un fondamento intelligente poteva avere senso anche se non si poteva dimostrare una creazione, personalmente perlomeno al momento condivido questa visione che poi era anche quella di San Tommaso.    

 A proposito delle posizioni non teiste sono interessanti le opinioni dello scienziato Antonio ZICHICHI....... 

 

b) In ogni caso, tendenzialmente è dalla analisi del complesso del creato che la filosofia cattolica ritiene di poter dimostrare l'esistenza di un fondamento senziente, in sostanza potrebbe essere accettabile che una analisi settoriale come l'evoluzione del pianeta terra con le sue forme di vita non necessariamente sia in grado di rivelare un disegno intelligente. Il problema dell'esistenza di una mente ordinatrice mette alla prova le potenzialità della ragione umana  e  mi pare  renda  ancora attuali problematiche - circa la sua capacità di comprendere la verità delle cose - discusse dall'argomento ontologico di Sant'Anselmo insieme con alcuni aspetti del pensiero di Kant, per il quale un conto è avere scienza di qualcosa, un'altro conto è averne immaginazione. 

 

 Si deve tener conto poi che le famose prove di S.Tommaso furono formulate in un'epoca con diverse conoscenze scientifiche per cui la loro attuale  completa validità come accennato prima, può essere discussa.

 Tuttavia si può evidenziare che la metodologia usata per le sue prove metafisiche è spesso utilizzata dagli scienziati per presentare ipotesi strettamente scientifiche ed affermare la validità delle concezioni naturalistiche più varie come ad esempio la teoria dell'evoluzione delle specie.

  Inoltre è opportuno considerare un fatto, Kant rimprovera le filosofie del suo tempo di volere fare della metafisica una scienza empirica contestandone la concreta possibilità, però la Chiesa per quanto possa essere ritenuto strano non ha mai considerato la metafisica come una scienza empirica, il  sapere  metafisico  è  stato  considerato una forma di  sapienza logico-pratica ma non propriamente di tipo  scientifico  empirico come ad esempio la fisica o la biologia; al riguardo può essere utile almeno in parte il seguente video....

Antonino Zichichi - l’IMMANENTE ed il TR[...]
File video/audio MP4 [51.9 MB]

 

  Ovvviamente quanto sopra ha un rilievo esclusivo solo da una prospettiva di ragione, poiché anche aspetti emotivi pesano sula decisione di accettare o meno un fondamento intelligente dell'universo. Infatti non è difficile che una persona dopo aver ricevuto  una formazione teista l'abbandoni a causa di una esperienza di dolore innocente, personale oppure indiretta, finendo per considerare ogni tipo di teismo come una favola.

 

 

c) S.Tommaso afferma l'importanza della singolarità degli individui, questa visione è ancora attuale a causa del confronto con visioni pampsichiche dell'universo (per tali concezioni esisterebbe una sorta di intelletto cosciente universale  che sarebbe in fondo una specie di supercomputer, mentre gli individui con  tutte le cose sarebbero i suoi terminali), che potrebbero essere oggi anche fondate sulla scienza quantistica (intreccio quantistico) il quale  ha come base concettuale proprio filosofie induistiche. Interessante è notare che lo stesso San Tommaso affermava che se l'universo fosse connesso in qualche modo come risulta dalla scienza fisica dei quanti, il pampsichismo potrebbe  avere un senso.

 Certo dovrebbe essere provato ma non è così, solamente a volte è creduto su una interessante base razionale, in fondo l'idea di una mente creatrice ex nihilo si è diffusa grazie ad una  rivelazione cristiana (le riflessioni di aristotele contro una mente creatrice sono importanti) ed anche con l'islam che però è un pò aperto alla possibilità che L'ETERNO PADRE possa aver costituito l'universo da una materia sussistente.

 

 

d)  Un problema importante connesso alla creazione del'umanità è quello del male, perchè Dio lo permette? Perchè al posto della umanità che ha compiuto il peccato originale Dio non ne ha posta un'altra? Perchè Dio ha creato angeli che Lo avrebbero tradito invece di creare solo quelli che gli sarebbero rimasti fedeli?   Perchè non infonde a tutti anime prive di peccato originale? Perchè l'inferno sarebbe eterno? Nella religione islamica tranne poche eccezioni non lo è. Sono domande che rimangono senza risposta e questo conferisce al cattolicesimo il sapore del mito.

 

 Ma da un punto di vista cattolico-romano bisogna osservare che si scorda il carattere teocentrico della creazione, in sostanza Dio ha creato l'universo e l'umanità per SE STESSO. Secondo me in parole povere le PERSONE della  TRINITA' vollero creare il mondo e varie intelligenze per relazionarsi in modo diverso. Ad esempio Lo SPIRITO SANTO quando ha fatto incarnare  IL VERBO ha agito un pò come LA PRIMA, si potrebbero fare altri paragoni.

 L'incarnazione come è concepita dalla fede cattolica rende in qualche modo differente la seconda persona della Trinità rispetto a prima della creazione, poi aver dato alla madonna certe funzioni comporta la partecipazione di una creatura nei processi volitivi divini, rendendo in una certa maniera diverso il circolo decisionale trinitario a quello esistente precedentemente la costituzione del creato.  Attraverso queste considerazioni maria è vista non accanto, ma nel mistero di Cristo che ovviamente origina la Chiesa, ciò secondo una mia personale applicazione della ermeneutica mariana presentata nell'ultimo Concilio; L.G. capitolo VIII.

 

 Inoltre se si pensa che Dio è infinito in atto, si capisce che le intelligenze da LUI create sono veramente ben poca cosa, si pensi alla condizione del cieco nato descritta nel vangelo di Giovanni, (Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché in lui siano manifestate le opere di Dio  Gv,1-41). A questo punto sarebbe il caso di esplorare  la natura  del rapporto trà la libertà di DIO  e  quella dell'uomo che in fondo lo stesso Creatore promuove, però questo è un mistero, l'unica possibilità che poi è obbligata  dallo spirito delle sacre scritture è agire come quando si stà male ovvero pretendere dal medico un'ottima preparazione, serietà professonale e dagli apparati sanitari  lo  sviluppo  della  loro  scienza.

 

 

 

 

                                     5° SEZIONE

 

a)  Seguendo lo spirito della filosofia di San Tommaso, può essere utile valutare la opportunità di utilizzare varie scoperte della ragione moderna al fine di comprendere meglio  misteri della fede, una di queste scoperte  è quella della geometria frattale....

 

 L'idea della geometria frattale potrebbe essere utilizzata per apprezzare misteri della fede, ad esempio quello della transunstanziazione. L'ostia consacrata è interamente la materia di Cristo, ma anche una Sua piccola parte, lo stesso discorso   vale anche per una diocesi che è una porzione della Chiesa universale. L'unità dell'universo connesso da una sorta di subspazio o campo informazionale grazie al quale gli scienziati possono realizzare trà due particelle un entaglement quantistico, non richiama la unità del corpo mistico di Cristo e la comunione dei santi? Anche la logica dell'ologramma, per cui una qualunque parte contiene l'informazione di tutto, in fondo non potrebbe essere analogicamente utile per considerare alcuni dei predetti misteri ? 

                           

b) In armonia con le concezione di cui sopra presento una nuova definizione di Chiesa, ne esistono molte, quella che vorrei aggiungere è  una definizione forse in estremo anticipo sui tempi (anche se con la diffusione della intelligenza artificiale non è detto) ma che non toglie valore a tutte le altre così come presentate nella Lumen Gentium.

 

 Viene quindi inserito un link realizzato molto tempo addietro dove si propone  questo nuovo modello di chiesa.

nuovo modello di Chiesa1.docx
Documento Microsoft Word [11.8 KB]

 

 

 

                       PARTE  SECONDA

 

                                1° SEZIONE

 

a) Il Magistero dellla Chiesa non ha una via ufficiale vincolante per dimostrare l'immortalità dell'anima, però oggi da più parti spesso vengono presentate le esperienze di premorte come  prova,  ma una scarsa quantità di ossigeno non potrebbe spiegarle?

 L'anima secondo san Tommaso sarebbe la forma del corpo  e  la sua sostanza è identica per tutta l'umanità.

 Ma allora si potrebbe dire che come l'anima è forma del corpo anche il corpo è forma dell'anima caratterizzandola con la peculiare memoria che ognuno ha? A me pare di si.

 

 L'anima una volta creata nel corpo, lì rimane fino ad uno specifico malfunzionamento dello stesso e questo per una legge di natura non nota. Ma allora se l'anima è agganciata al corpo non potrebbe essere che in qualche modo (come pensava San Bonaventura) la sua natura abbia una certa affinità con la materia? Questa idea non è in contraddizione con la fede del nutrimento spirituale dell'anima attraverso la sacra eucarestia. Due sostanze estremamente diverse possono coesistere insieme ma per quello che si sà non possono interagire.

 

 Si pensi anche alla natura angelica, é affermato che gli angeli sono di natura  spirituale ed infatti potrebbero attraversare i corpi, però i neutrini che provengono dal sole e che ci attraversano che natura hanno? Non sono anche loro in  qualche modo spirituali? 

 Mi viene in mente quello che pensava San Giovanni DAMASCENO sugli angeli, ovvero che sono incorporei rispetto a noi, ma ogni cosa che è posta in confronto a Dio è densa e materiale poichè solo LUI è effettivamente immateriale ed incorporeo.

 Sulla sostanza angelica o come si potrebbe dire oggi, sulla fisica dell'angelo non si conosce nulla e niente si può conoscere.

 Ad esempio: hanno entropia? Assorbono energia dall'universo? Non si può sapere.

 

 

b)  Circa l'anima ci si deve porre un problema, quando essa viene sottoposta al giudizio divino? Si potrebbe tranquillamente rispondere che questo avviene dopo che è uscita dal corpo per il decesso della persona. Ma grazie ad alcune concezioni espresse in modo specifico dalla relatività ristretta, la questione non  è così semplice, si guardi in primo luogo il seguente video...

 

 Le cose saranno così, ma se al posto dei raggi di luce si sostituissero due proiettili mortali rivolte verso due persone?

 Quale punto di vista si dovrebbe considerare il più corretto circa il loro decesso e quindi il tempo del giudizio divino? Sarebbe sufficiente  dire  che nell'aldilà il tempo è vissuto legittimamente in modo diverso?   Non ho trovato studi al riguardo.

 Secondo me una soluzione sensata è considerare che il ritmo dell'espansione dell'universo con il suo volume é universale ed identico per tutti gli osservatori, rimanendo salvo il fatto della esistenza di diversi tempi locali. L'universo che si espande in fondo può considerarsi una sorta di orologio che scandisce lo stesso tempo in modo assoluto, quindi gli osservatori a terra e sul treno vedranno i rispettivi orologi in modo diverso ma non valuteranno diversamente il ritmo dell'espansione dell'universo (ed il suo volume) che sarebbe il criterio assoluto per cui le due ipotetiche persone verrebbero colpite dai proiettili mortali.

 In fondo la correttezza ad esempio della relativistica reciproca veriticità della contrazione dele lunghezze ha senso solo ritenendo tutti i corpi dell'universo in moto l'uno rispetto agli altri, ciò avviene in un universo in espansione oppure in contrazione.   D'altra parte è proprio la visione relativistica che afferma l'uguaglianza delle leggi naturali per tutti gli osservatori (la impossibilità di un punto di riferimento assoluto non viene messa in discussione).   

 

                          COROLLARIO

 E' interessante osservare che l'idea di Einstein della inesistenza di un tempo assoluto  indipendente dal movimento è  una concezione aristotelica (per cui il tempo è la misura di un prima e poi scelti  non sempre in modo convenzionale) che Newton non accettò, un fatto curioso. 

 

c)  Dopo le predette considerazioni si pone il problema del momento della infusione dell'anima. Certamente quando si realizza un parto anche prematuro l'anima è infusa ma prima? Non esiste una definizione ecclesiastica in tal senso, esistono due scuole, una che elaborando la distinzione tra una conceptio carnis e conceptio hominis ritiene corretta l'infusione dell'anima solo quando l'embrione raggiunge un certo sviluppo poichè Dio la infonderebbe solo in organismi predisposti per riceverla, però non si sà quando.  Questa visione comporta la possibilità verso qualche tipo indiretto di aborto terapeutico, sotto il pontificato di PIO XI la questione era esclusa ma PIO XII si aprì alla possibilità di cure verso la madre che involontariamente ma certamente, avrebbero provocato la morte del feto, (Pio XII, Discorso al "Fronte della Famiglia"  e  all'Associazione Famiglie  numerose, 27 novembre 1951).  

 Trà il 1950 e 1970 avvenne un solo caso noto di madre che rinunciò alle cure per il bimbo, non ricordo chi fosse ma il fatto fu presentato con molta modestia e senza alcuna pretesa.                     

         

 E' di grande interesse un documento della Congregazione per la dottrina della fede:

D. 1.Quando l'utero (ad esempio durante un parto o un intervento cesareo) viene così seriamente danneggiato che se ne rende medicamente indicata l'asportazione (isterectomia) anche totale per scongiurare un grave pericolo attuale contro la vita o la salute della madre, è lecito eseguire tale procedura nonostante che per la donna ne seguirà una sterilità permanente?

R. Sì.

Spiegazione

Nel primo caso, l'intervento di isterectomia è lecito in quanto ha carattere direttamente terapeutico, benché si preveda che ne conseguirà una sterilità permanente. Infatti è la condizione patologica dell'utero (per esempio, un'emorragia che non si può tamponare con altri mezzi) che ne rende medicamente indicata l'asportazione. Quest'ultima ha pertanto come fine proprio quello di scongiurare un grave pericolo attuale per la donna, indipendentemente da un'eventuale futura gravidanza.

AAS 86 (1994) 820-821; DOCUMENTA 79     

                                       

 Un'altra corrente afferma che l'anima viene infusa fin dal momento della formazione dell'embrione, fatto questo che avvenne sicuramente con Cristo che si formò certamente fin da subito come maschio e non come femmina - utilizzando l'ovulo di Maria - cosa che avviene inizialmente per tutti i maschi. Circa La Madonna il dogma dell'immacolata concezione  non definisce quando la sua anima fu infusa ma solo che questa fu immune dal peccato originale.

                                  

                           

 

                                2° SEZIONE

 

a) E' chiaro che diventa inevitabile affrontare in generale la questione dell'aborto. La chiesa fin dalle sue origini ha condannato l'aborto come metodo anticoncezionale, tale etica risulta sin dall'antico testamento e costituisce un comando divino, prescindendo dal momento della infusione dell'anima. Disgustosa è stata nel mondo anglosassone la possibilità di un aborto anche dall'ottavo/nono mese e solo perchè si voleva, in alcuni casi anche poco prima della nascita, si trattò di un vero e proprio atto di natura orribilmente edonistica. Fin dal secolo scorso prescindendo da visioni cristiane fu presa in considerazione per ragioni di esclusivo ordine razionale la possibilità ed anche a volte la doverosità di un aborto su feti deformi e spesso anche nati....

 

 

b) La visione sopra prospettata è in qualche modo seguita anche oggi prescindendo da una specifica o generica ideologia nazista  e convolge il problema dell'uso degli embrioni artificialmente concepiti.  Ogni errore si sostiene grazie ad alcune verità che contiene, infatti l'idea che ad una umanità così tarata sia impedito di riprodursi e sposarsi è previsto anche dalla attuale legislazione italiana, ma questo è stabilito poichè chiaramente la predetta umanità non potrebbe allevare figli, per esempio ai non vedenti viene consentito avere figli ed educarli se esistono delle condizioni di contorno favorevoli. E' anche chiaro che da un punto di vista esclusivamente di ragione è complicato negare che la predetta umanita conduca una vita degna di essere vissuta.

 

 Tuttavia la questione è aperta a varie riflessioni, un biologo materialista nel 1975 in un suo libro ha chiaramente detto che uccidere un essere umano innocente minorato, solo perchè e minorato -alla luce della storia- è pericoloso poichè come direbbe un motto, se si inizia con poco si finisce con molto. Nel continente americano per ragioni eugenetiche una parte di varie popolazioni dal 1970 in poi sono state sterilizzate, forse a causa di un basso quoziente intellettivo, però non si potevano inventare per loro attività importanti magari per turisti?

 

 

c) Negare una legge statuale che  permetta di uccidere il feto a qualsiasi stato di sviluppo qualora la vita della donna fosse in pericolo non è possibile, inoltre già adesso credo che le leggi di tutti gli stati consentano di uccidere un innocente in caso  di pericolo per la propria vita ma tempi antichi in cui le risorse erano scarse ed in ogni caso difficilissime da ottenere sono ormai superati da molto, l'eliminazione dei disabili non è più motivabile da una ragione di sopravvivenza delle società.

 

 Oggi si parla molto di diritti riguardo gli animali e che  se non in caso di sopravvivenza bisogna trattarli bene, la vita animale avrebbe più senso di quella dei disabili? Se è riprovata la crudeltà verso gli animali per le ragioni più varie, per esempio perché non si sarebbe pienamente umani, questo non sarebbe uguale per i nati con gravissime tare?  Nell'ambito di queste problematiche un punto importante è definire lo statuto ontologico dell'embrione umano. Come valutarlo? Il problema aristotelico del rapporto tra la potenza e l'atto di cui si è discusso in precedenza, assume quì una grande rilevanza.

 

 

d) La mia posizione che non contesta  la ortoprassi presentata dall'attuale Magistero Ecclesiastico Cattolico è quella di San Bernardo per il quale l'embrione prima dell'infusione dell'anima non può essere considerato come una realtà pienamente umana ma d'altra parte neanche come un organismo animale, egli è semplicemente un embrione umano! Valutando la sua dignità da un punto di vista solamente razionale, tale entità ha un valore  superiore a quello di un animale a causa di una naturale predisposizione verso una identità umana consistente, quindi la sua eliminazione deve essere correttamente motivata.

 Il problema anche scientifico è quando noi iniziamo ad esistere, certamente prima della nascita ma a quale stato di sviluppo? Forse da quando una incubatrice può sostenere un feto? Allora il problema sarebbe esclusivamente tecnologico, quindi se esistesse un contenitore capace di conservare e sviluppare un embrione dalla terza settimana in poi, potremmo considerarci esistenti fin da quel momento. Se la nostra specie avesse una visione agli infrarossi potremmo vedere l'embrione e il feto durante il suo sviluppo ed averne una considerazione maggiore. A questo punto però si presenterebbe l'antico problema filosofico del rapporto tra i sensi e la ragione, i sensi ci indicano qualcosa che la ragione magari negherebbe.

 

e) La soluzione pratica-giuridica di questo problema secondo me può essere solo di compromesso, l'embrione/feto deve avere un diritto alla vita ed alla salute -prima della nascita- superiore a quello di un animale che in genere lo ha solo in relazione alla conservazione della sua specie. Rimane salvo e prevalente il diritto alla salute della gestante che però è già tutelato da un principio generale sullo stato di necessità. Mi sembra chiaro quindi che  la distruzione di embrioni  senza che sia in pericolo la vita di qualcuno dovrebbe essere proibita, agire diversamente non mi sembra azione conforme allo status ontologico di una società umana che non è quella degli insetti.  Eventualmente nell'ambito di una logica di compromesso, gli embrioni non utilizzati potrebbero essere affidati ad un istituto di criogenesi per un tempo indefinito, senza che la coppia che li ha voluti possa più averne un controllo.

 

 

 

                                3° SEZIONE 

 

a) Riguardo le gravidanze dovute ai motivi più turpi e gli embrioni o feti chiaramente minorati per le ragioni più varie, la logica pratico-giuridica non cambia, però è ovvio che senza un sostegno fortissimo a tempo indeterminato, da parte di strutture pubbliche che si assumano anche  la protezione di questi nuovi nati, una loro conservazione da parte delle famiglie di origine potrebbe facilmente risultare psicologicamente e logisticamente impossibile o estremamente  problematica. Trà il 1970 e il 1980 in Italia un papà uccise il proprio bimbo perchè nano.

 

 

b) Sarebbe possibile utilizzare terapie geniche per curare le malformazioni prima della nascita e magari dopo? 

 

 Forse  in  un futuro un mongoloide od uno spastico potrebbero guarire anche se nati, perchè oggi non è possibile?   Chissa!

 

 

 

 

                    CONSIDERAZIONI  INTEGRATIVE

 

 Ho un dubbio, alla luce della dottrina ecclesiastica citata sopra, nella prima sezione punto c di questa seconda parte, le contestazioni assolute che avvennero in Italia ai tempi del referendum sull'aborto da parte cattolica avevano senso? Sarebbe necessaria una riflessione storico-teologica. 

 

 

  

                          COROLLARIO

 Mi viene in mente che un problema oggi importante è quello della eutanasia e del suicidio assistito, la opinione di San Tommaso riguardo il suicidio è quella della Chiesa  attuale, la legalizzazione di questa pratica può essere  realizzata attraverso referendum popolari. 

 Da un punto di vista di giusto naturale laico ci sono due questioni che i fautori di questa pratica non valutano, il rischio di abusi a causa di corruzione di medici con familiari per motivi ereditari e la possibilità da parte di membri di legali sette sataniche e religioni orientali di realizzare sacrifici umani in cerimonie anche pubbliche. Una legislazione sulla eutanasia e sul suicidio assistito dovrebbe vietare questi casi.

 

 

 

 

                            PARTE  TERZA

 

                                      1°SEZIONE

 

 Un problema che ai tempi di San Tommaso non esisteva era quello della evoluzione della specie, si tratta di una questione di grande rilievo e sarà bene parlarne, in primo luogo esporrò con due video alcuni suoi critici che tendono verso una interpretazione letterale della genesi....

 Questo non vuol dire che trà creazionisti ed evoluzionisti non si possa avere una posizione comune....

Ma quando è stata ideata l'idea del big bang?

 Dunque si afferma che Dio a volte agisce con atti specifici come miracoli ed a volte per mezzo di una tensione vitale data alle proprie creature e stabilita fin dall'origine dell'universo......

 Ma quando si parla della  evoluzione  delle specie, cosa si intende?

 Come è stata concepita l'idea della evoluzione delle specie?

 

 Tuttavia la questione  deve essere analizzata più dettagliatamente.......

 La teoria è stata contestata per l'assenza dei cosiddetti anelli mancanti.........

 DARWIN in riferimento all'assenza di un forte numero di anelli mancanti considerò che gli animali si muovono e che quindi trovare fossili in grande quantità non sempre è possibile poichè dipende dalle zone dove gli organismi  si trovavano quando erano viventi, le quali sono variabili, in pratica il problema delle specie intermedie in fondo esiste solo in riferimento al mondo animale e non vegetale poichè le piante pur avendo dei movimenti interessanti come quello dei girasoli e dei rami dei fagioli, rimangono ancorate al suolo e quindi le zone dove si sono evolute sono estremamente definite.

 

 

 

                             2°SEZIONE

 

 Bisogna osservare che provare l'esistenza di DIO partendo dalla storia dei viventi può essere molto problematico, come affermato in precedenza nella quarta sezione della parte prima...........

 Una contestazione circa l'utilizzo della evoluzione per dimostrare l'esistenza di un ordine creato, potrebbero essere alcune forme di involuzione...

                              

 Chi non accetta l'evoluzione spesso dichiara che la datazione dei fossili è imprecisa poichè per i motivi più vari quelli dell'ultimo strato potrebbero avere la stessa età dei fossili presenti nel primo. In effetti a volte potrebbe essere, basti pensare alle valanghe o fenomeni affini, però la stratificazione è in genere più lenta (si pensi alla scienza archeologica), inoltre affermare come a volte si fà, ovvero che la complessità dei fossili è il risultato di un diluvio biblico universale come descritto dalle sacre scritture, non considera  l'assenza di ritrovamenti di fossili umani  dove dovrebbero esserci. Inoltre se ci fosse stato un diluvio universale di tipo biblico, spesso i vari fossili sarebbero mischiati e non apparirebbero come avviene, divisi in strati ben definiti. 

 

 

                                COROLLARIO

 La questione della creazione dell'uomo, più precisamente se Dio ha formato prima un corpo e come, oppure quando nei primi ominidi Dio avrebbe infuso un'anima ha varie soluzioni, tutte conformi con la fede infallibile della Chiesa.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

 Circa il momento in cui la prima cellula è iniziata ad esistere, due sono le possibilità, o è stato un cosiddetto atto di Dio oppure un risultato di leggi naturali costituite da LUI. Considerando quest'ultimo  caso possibile, si deve osservare la coerenza della vita con le leggi della fisica, quelle della termodinamica come la conservazione della energia e la sua trasformazione, e quella di NEWTON sulla azione e reazione. Le leggi della fisica non sempre escludono una trasformazione reversibile e ciò potrebbe essere alla base di evoluzioni inverse. Ci sono anche leggi della elettrostatica che possono spiegare vari fenomeni vitali sia per i microrganismo che per le forme più evolute.

 Gli esempi si potrebbero moltiplicare, il punto importante nella evoluzione dei viventi è stata la loro ibridazione, vari aspetti delle cellule più complesse è il risultato di una composizione di elementi più semplici. Un'altro fattore è stata la possibiltà di una autorganizzazione quando l'unione di più realtà viventi si realizzava e questo fatto è stata la base di una evoluzione più complessa.

  Un esempio di autorganizzazione lo si trova nei minerali o nei fiocchi di neve, nel seguenti video si vedono interessanti  esempi di questo fenomeno...........

 La medusa si sarà evoluta per autorganizzazione, inoltre i viventi si organizzano secondo  logiche matematiche quali i numeri primi, la sezione aurea ed i numeri di fibonacci, si pensi anche ai famosi radiolari. 

 Questo avviene perche le predette forme sono quelle che sole possono assicurare una coerenza di sistema e la selezione naturale agisce in tal senso.

 

 Secondo me le geometrie che osserviamo dipendono dal fatto che l'universo sicuramente è tendenzialmente di forma sferica e in questo caso è come se tutto si realizzasse su una superfice sferica. Qualora l'universo fosse cubico, ci sarebbero sempre forme geometriche ma un pò diverse.

 Ma in generale come si è evoluta la vita? Esistono numero si video su you tube  e  ne ho scelto uno....

 Oltre ai materiali sorti dal brodo primordiale, la scienza ha chiarito l'importanza di forme prebiotiche provenienti dallo spazio................

 

Interessante per questa disciplina è la contaminazione biologica, ovvero la possibilità che organismi ad esempio marziani siano caduti sulla terra ma anche l'incontrario.

 La possibilita che grazie alla pressione da radiazione microrganismi su pulviscoli possano viaggiare nello spazio è  accettata. Circa il sistema solare a mio parere qualche possibilità di vita oltre a Marte ci potrebbe essere su IO a causa della presenza di campi elettrici.

 Una domanda, il ghiaccio presente nello spazio come si è formato? La sintesi trà ossigeno ed idrogeno non è possibile solo grazie all'elettricità?   Probabilmente le teorie per cui a volte lo spazio è attraversato da correnti elettriche potrebbe risolvere i predetti quesiti.

 

 

 

 

                            3° SEZIONE

 

  Si guardino i seguenti video......

 

 

 Dunque mutazioni gentiche casuali ed anche ambientali sono alla base dell'evoluzione ma ho un dubbio, specie semplici possono mutare in modo diciamo più rapido di quelle più complesse, basti pensare all'esplosione del cambriano che ha coinvolto animali e vegetali meno complessi dei viventi delle terre emerse. Il rapporto con l'ambiente è determinante, non risulta una grande spinta evolutiva autogena, la conquista delle terre emmerse da parte di animali fu provocata da una carenza di ossigenazione dei mari, l'abbassamento del livello del mare ha causato una diffusione di vegetali un tempo marini nelle terre emerse, gli esempi potrebbero continuare. Però ho una impressione, il mio sospetto è che quando una specie non si trovi più in armonia con il suo ambiente e quindi sia in pericolo, si realizzi uno stress e questo specialmente da  parte di femmine il cui organismo - per usare una terminologia aristotelica - non sia abbastanza in atto o definito, provochi una mutazione della prole orientata a raggiungere da parte della predetta femmina un equilibrio organico con l'ambiente. 

 

 Nel video si parla dell'emigrazione di popolazioni umane scure in luoghi in cui questo colore è biologicamente svantaggioso, trà le popolazioni negroidi esiste un rarissimo albinismo, nascono a volte  negri  incredibilmente bianchi. Questo fenomeno è rarissimo, come è possibile che nelle steppe  dove è nato l'uomo bianco tale fenomeno sia stato prevalente? E come è stato possibile che questo fenomeno si sia ampliato con l'emigrazione nel nord europa?  Il DNA non tende alla stabilità?

 

 In caverne si trovano organismi senza occhi, un tempo li avevano, il cambiamento del colore della pelle dallo scuro al bianco è stato un fenomeno analogo, ma il numero dei mutati era sufficiente per una prevalenza secondo il principio della selezione naturale? Non adoperare più gli occhi per animali nelle caverne e da parte della specie umana non usare più la pelle scura coprendosi, sono situazioni affini che a mio parere hanno comportato una evoluzione del tipo suggerito nel primo paragrafo di questa sezione.

 

 Ovviamente anche se non si nega nel corso della evoluzione una casualità darwiniana (Mutazioni come il pesce volante oppure lo scoiattolo volante in australia, potrebbero tranquillamente essere state causate da veri difetti genetici ma  favorevoli ed ereditari) è chiaro che sospetto che a questa si debba affiancare una sorta di neolamarckismo. Forse la disciplina chiamata epigenetica potrebbe essere in armonia con questa visione e favorirla?  E' esagerato pensare che un comportamento animale dovuto a nuove condizioni ecologiche come nuove abitudini si possa ereditare?  Darwin diceva che l'istinto è un' abitudine geneticamente codificata, ma come?

    

 

 

  Se  per ben  trenta volte, diversi  viventi  hanno sviluppato

 

l'occhio  e  indipendentemente  ed   alcune piante hanno dei

 

fotorecettori che si   avvicinerebbero  agli  occhi  se  fossero

 

composti  da  cellule   animali,  non  è  che  negli  organismi

 

in   qualche   modo  esiste  un fattore  biologico  che  rende

 

possibile   la  mutazione  di  una  specie  come  sistema   di

 

autoregolazione   e   non  solo   come   frutto   di   un   caso

 

magari  secondo  alcuni  aspetti  della   legge  probabilistica 

 

dei   grandi   numeri    dovuto    ad   un   meccanismo     di 

 

trasmissione   genetica    ottimo   ma   non   assolutamente 

 

perfetto

 

 Da  un  punto di  vista    darwiniano    sicuramente   esiste, 

 

quello  della coevoluzione  di  prede e predatori.

 

 Si deve   osservare     però    che    la   possibilità  di    una 

 

evoluzione     epigenetica     iscritta     in    specie     viventi,

 

potrebbe  avere  avuto   solo  una  origine  darwiniana.

 

 

 

  Per studiare  la  validità  del  rapporto  trà  una  evoluzione

 

darwiniana  ed  una  di  tipo  epigenetico,  potrebbe  essere

 

utile    compiere  esperimenti    di    questo   tipo,  in    uno 

 

spazio vivibile per  attuali libellule,  realizzare  un    costante

 

incremento   di   ossigenazione    fino  a   renderla    uguale

 

quella dei  tempi delle libellule  giganti  ed  aspettare  cosa

 

succede (bisognerebbe   anche   considerare   la   radiazione

 

solare di quei tempi).

 

 Un'altro     esperimento     potrebbe     essere    quello    di

 

sceglire vari  animali  con vista (ma non saprei  quali,  piccoli

 

serpenti?) e metterli in un ambiente dove possano vivere ma

 

senza luce, poi aspettare!

 

 

  Come è stato detto nel secondo video di questa sezione è la presenza di carenze nei viventi che permette un loro cambiamento e questo coincide con la teoria ARISTOTELICA  DELLA  POTENZA  ED  ATTO. Quindi una certa privazione presente negli organismi consente una prole diversa e più adatta all'ambiente ma come direbbe San Tommaso tale fenomeno si realizza a causa di un atto di essere ovvero uno stress ambientale.

 Una causa endogena permetterebbe perlomeno normalmente solo mutazioni deleterie.

 Allora l'evoluzione -provocata dalla natura- è un evento non radicalmente casuale anche se specificatamente indeterminabile, quindi non è possibile effettuare previsioni definite sul suo andamento.

 Un fatto singolare è che secondo aristotele i viventi si sviluppano non per una causa teleologica ma per una loro tendenza naturale detta teleolomica tale che se viventi possono essere dotati di occhi o fotorecettori, il motivo è perchè esiste fuori di essi qualcosa da vedere, in caso contrario non li avrebbero. Ebbene questo è ciò che risulta da una laica visione naturalistica.

 

 

 Una curiosità prima si è  accennato alla legge dei   grandi

 

numeri, ma cosa è?      

 Le cose sono un pò più complicate ma considerando gli obiettivi di queste "Premesse" quanto  sopra  è  abbastanza  adeguato.

 

 

 

 

                          COROLLARIO 

 

L'evoluzione    è  determinata  anche   da fattori  che Darwin  non

 

poteva  considerare,  come  le  estinzioni  di  massa  causate   da

 

meteoriti  o  raggi cosmici, fatto  questo non  considerato  anche 

 

da chi  la  nega.

 

 

 

                                4° SEZIONE

1.- Perchè il genere homo ha assunto una stazione eretta? Un motivo come è noto può essere quello di vedere meglio le prede e sfuggire i predatori, poi esiste la teoria del primate acquatico per la quale i primati vivendo vicino alle acque e magari pescando hanno trovato vantaggioso camminare dritti per muoversi meglio, a queste secondo me bisogna aggiungerne un'altra ovvero il vantaggio di respirare meglio e quindi  ossigenare  di  più il corpo ed il cervello.

 

2.- Come mai l'evoluzione del genere Homo è stata insolitamente molto rapida rispetto ad  altre specie ed in fondo senza una forte necessità ambientale?  Dio avrà voluto così ma attraverso quale causa naturale? Sarebbe da esaminare, nella zona dell'Africa dove l'evoluzione umana ha avuto luogo si trova un certo vulcanismo e una faglia, queste situazioni non comportano la presenza di una qualche radioattività anche se debole?  Una forte radioattività causa mutazioni svantaggiose, ma una debole nei confronti di primati  magari in quelle epoche?

 

 

3.- Si crede che l'umanità che emigrò dall'africa nel resto del mondo sia stata sul piano genetico integralmente negra. Ma esistono piccoli primati che a volte hanno peli sulla testa un pò rossicci e biondi (anche con occhi a mandorla). Non sarebbe possibile quindi che molti antenati negroidi  abbiano avuto questi geni ma recessivi? Questo non avrebbe permesso senza incredibili complicazioni l'esistenza di bianchi in condizioni adeguate?  

 

4.- Riguardo l'assenza di anelli mancanti del Cambriano, mi pare che viventi intermedi siano stati scoperti, inoltre in precedenza mi sembra chiaro che ci devono essere stati migrorganismi della natura più varia e di incredibile quantità. Forse l'esplosione del cambriano potrebbe essere considerata come un sorta di gigantismo permesso da condizioni favorevoli? 

 

5.- Esiste un modo per  definire la vita in quanto tale? Uno scienziato ha rienuto corretto definirla come la capacità di evolversi in maniera adattiva, ovviamente attraverso una riproduzione. Condivido questa definizione, mi sembra molto esaustiva, ovviamente nella categoria degli organismi viventi finirebbero per essere inclusi anche i  virus.

 

6.- I cervelli di moltissimi animali sono posizionati in modo da non ostacolare l'attività dell'apparato digerente, sarebbe bello che studi su questo fenomeno che sicuramente esistono siano diffusi anche a livello popolare.

 

7.- La vita nella sua fase iniziale pare che sia nata e sviluppata  per ibridazioni, ciò potrebbe essere il retaggio dei cosiddetti geni saltatori che esistono per le piante e a quanto pare anche per gli animali. Quale potrebbe essere stato il loro apporto per la evoluzione dei caratteri?

 

 

8.- Una curiosità, a volte alcuni autori affermano che in natura (ma non solo), possono avvenire dei cambiamenti insoliti detti trasmutazioni a debole energia, questo fatto se realea volte potrebbe avere implicazioni nella evoluzione di una specie? A tale riguardo avrebbe senso  studiarlo? 

Trasmutazioni a debole energia.odt
Open Office Writer [57.6 KB]

 

 

                               COROLLARIO

      

 Il problema della vita intelligente extraterrestre non è affrontato in quanto poco si può dire sulla sua natura, chissà quali razze esistono, con quante potremmo avere relazioni  e  se Dio le ha volute.

 Certo se scoperte il modo di intendere la fede potrebbe cambiare in vari aspetti ma non si sà quali, in assenza di dati  certi  la  fantasia può solo volare.

 Ad esempio se la Prima e Terza persona della Trinita si fossero incarnate in loro - e bisognerebbe vedere in quale sesso - ci sarebbero più madonne?

 Ed  in  che senso Cristo sarebbe l'unigento figlio di DIO?

 

 

 

                     PARTE  QUARTA

 

                                                 1° SEZIONE

 

 Una questione interessante affrontata da San Tommaso è stata la differenza trà la intelligenza animale e quella umana. Quanto gli animali possono essere intelligenti? Hanno qualche tipo di coscienza? Molti animali sono in sostanza meccanismi biologici come le piante, gli insetti ad esempio ed i crostacei e molluschi, esempi sono moltissimi ma altri manifestano effettivamente qualche tipo di intelligenza non meccanica.

 Ci sono uccelli che possono usare recipienti per trasportare cibo, altri che lanciano oggetti per colpire prede, l'usignolo cattura lumache e sbatte i gusci su pietre per mangiarle, le orche marine creano onde per attaccare prede, le balene usano bolle di aria, i delfini sollevano sabbia marina per confondere prede, i castori fanno dighe, piccolo pesci usano lanciare acqua per colpire prede, elefanti che usano rami per grattarsi e l'aria emessa dalla proboscide per muovere oggetti. San Tommaso affermava che gli animali nellle stesse condizioni fanno le stesse cose, ma in condizioni diverse alcuni mostrano creatività come certe scimmiette giapponesi e vari primati che usano utensili per procurarsi cibo.

 Lontre marine e scimmiette usano pietre per rompere conchiglie, gorilla usano rami per valutare la profondità di acque e tronchi  come ponti, interessanti sono i seguenti video......

 

 

 

 Già per il neotomismo della seconda metà del secolo scorso vari animali avevano memoria ed emozioni - quindi una certa coscienza come in fondo pensava aristotele - e che alcuni erano anche capaci di associazioni realizzando quello che è definito come apprendimento associativo.   Varie specie di animali sognano, questo non sarebbe possibile se non avessero qualche forma di coscienza anche ridotta.

  Per avvicinarsi alla comprensione della coscienza animale quando è presente, bisogna pensare ai bambini molto piccoli che hanno varie esperienze ma che poi ne ricordano poche, perchè? Le esperienze vengono registrate nella memoria e sono in noi ma quando un essere umano è piccolo il suo IO è carente quindi essendo questo vago nel periodo infantile, non c'è nessuno che possa ricordare pienamente.

 

 

 

                              2° SEZIONE

 

 In che cosa gli esseri umani si distinguono effettivamente dagli animali? Secondo una generale riflessione cattolica-ma non solo- dalla capacità di cogliere l'universale delle cose ovvero di avere un pensiero sistemico che nel mondo animale anche quello più intelligente manca. Nell'ambito animale esistono alcune categorie come preda, predatore, pericolo, compagno di giochi, però fuori un definito sistema del mondo. Nell'ambito umano ciò si realizza tramite un insieme di giudizi con concetti ed espressi tutti dalla parola con una libertà che può superare la finitezza che caratterizza il mondo animale. 

 

 Per parola non si deve intendere la vocalizzazione che è facilitata dalla stazione eretta a differenza di una posizione supina come un quadrupede, ma proprio la definizione degli enti del mondo e della loro unità, come si riesce a cogliere nei vari tempi. L'animale ha per natura un linguaggio di segni ma non propriamente simbolico come quello umano, non lo usa per pensare.

 

 Il modo in cui ciò si trasmette può essere variabile, ad esempio i muti possono solo scrivere. La visione del mondo può in alcuni aspetti essere diversa per gli individui e da quì sorge la necessità dello scambio di idee che nel mondo animale è radicalmente assente; ecco ancora la forte importanza del testo di San Tommaso "ENTE ed ESSENZA", quando parliamo o pensiamo lo facciamo riferendoci ad enti, ma cosa è un ente? E quale è la sua collocazione nel tempo? Gli animali anche avanzati pur percependo il mondo come un insieme di entità, non viventi e viventi, pericolose e non, utili e non, alimenti e non, compagni di caccia o giochi, non avrebbero la nozione di ente come nel libro citato.

 

Interessante è osservare come nel mondo animale si possa parlare di territorio ma non di proprietà, utile nel mondo umano per esprimere la personalità individuale umana (Enc.Rerum Novarum), scambi di favori ma non commercio. Anche la specie umana però è in un certo modo parte del mondo animale, infatti nel diritto internazionale spesso si parla  di territorio e del principio di effettività.

 

 Dopo Cartesio è presente nel pensiero non cattolico una forte ossessione nel distinguere l'uomo dagli altri animali, nella visione cattolica invece si parla di scintilla divina in noi e non di una fiamma divina nella umanità, il testo della genesi parla di un alito divino infuso in una realtà materiale  e  senza una cottura, secondo me questa simbologia non è casuale.

 

 Una curiosità, ci si potrebbe chiedere in quale senso l'homo erectus fosse un animale visto che utilizzava il fuoco, si deve osservare però che l'utilizzo del fuoco nel mondo animale esiste, si pensi agli firehawks uccelli molto interessanti....

 

 

 

"Dai telegiornali ci arrivano da tempo immagini da tutto il mondo che dimostrano come il clima ormai sia mutato parecchio rispetto al passato tanto da produrre fenomeni atmosferici rari e fuori controllo.

Uno di questi esempi ci arriva direttamente dall’Australia che è attualmente alle prese con un caldo torrido fuori dalla norma.

A causa di queste elevate temperature qui mai registrate, si stanno susseguendo diversi incendi in molte zone estese del nord del paese.

Ma quali sono le cause di questi incendi?

Le più comuni sono i fulmini e la disattenzione umana, a cui si aggiunge anche lo strano comportamento ancora poco conosciuto di una specie di uccelli rapaci chiamati sparvieri.

Infatti questi uccelli contribuiscono ad alimentare l’incendio attraverso pezzi di legno infuocato trasportati in zone vicine grazie agli artigli di cui sono dotati.

Questo aspetto curioso da cosa dipende?

Secondo gli esperti è da escludere ovviamente che i rapaci diffondono il fuoco per divertimento, ma come strategia di caccia, cioè hanno compreso che le fiamme mettono in fuga animali ed insetti che in tal modo diventano prede più facili da catturare.

Un fenomeno questo comunque antichissimo ed ampiamente conosciuto dagli aborigeni australiani, anche se oggi è più discusso per via delle immagini numerose che sottolineano la frenesia di questi rapaci durante un incendio, perché sanno bene appunto di avere il cibo garantito.

Purtroppo la problematica del riscaldamento globale va ad accrescere il numero degli incendi in Australia e gli studi compiuti per capirne le cause, hanno portato all’attenzione di tutti quindi anche lo strano caso dei cosiddetti uccelli “piromani”.

https://www.goaustralia.it/ad-appiccare-lincendio-non-sempre-luomo/

 

                                 COROLLARIO

Se l'animale in questione fosse stato una piccola scimmia, avremmo assistito ad uno spettacolare comportamento antrpomorfo, si pensi ai comportamenti dei macachi riguardo la pulizia delle patate.

Ma anche i cani se posti davanti ad un cibo  con sopra della sabbia cercherebbero  di  pulirlo con la lingua, senza aver mai fatto o visto in precednza  un comportamento simile.

-------------------------------------------------------------------------------------

 

                            3° SEZIONE

a) Circa la psiche umana è rilevante la possibilità osservata anche da aristotele della reminescenza, ovvero della possibilità con un atto di volontà di rievocare ricordi catalogati grazie ad un senso del prima e del poi (aristotele), tale caratteristica è inesistente nel mondo animale in cui i ricordi si presentano nella psiche animale in occasione di eventi particolari.

 L'IO umano esiste in quanto i suoi ricordi sono presenti o rievocabili secondo un ordine temporale e di importanza, ciò consente la coscienza riflessiva, in fondo si pensa con ed attraverso ricordi.

 La volontà umana permette intenzioni insieme a volte che inclinazioni ed istinti che esistono anche nel mondo animale e vegetale. Come è stato osservato, questo fatto differenzia la storia della umanità che non può essere considerata sempre come la storia degli altri organismi viventi, la storia delle società degli insetti ad esempio ed il loro mutamento non è paragonabile alla storia delle istituzioni giuridico-politiche umane.

 Questo fatto determina nel mondo umano la possibilità della colpevolezza e della innocenza che nel mondo animale e vegetale è inesistente, non esistono piante carnivore o predatori animali malvagi.

b) La libertà umana non è assoluta è molte volte non esiste, questo non è sempre negativo poichè permette la trasmissione di culture. Se nel mondo umano la capacità deliberativa è sussistente questo permette il cosiddetto libero arbitrio che a volte crea problemi nel diritto penale; ma perchè esista una libertà sanzionabile si richiede semplicemente la capacità  di ponderare i vantaggi di una propria azione proibita e le conseguenze della sanzione prevista insieme alla capacità di autocontrollo, niente altro. Un essere umano che rispetta il diritto penale od altri solo per paura della sanzione non è un animale domato ma è un essere senziente che ha ponderato i prò e contro di un suo comportamento. Si tenga conto poi che secondo la fede cattolica-romana la libertà più importante è quella dal peccato, le altre vengono dopo.

c)  E' stato rilevato che in primo luogo è importante la intelligenza che permette di rilevare le situazioni, poi la volontà, ma è la volontà che ad un certo punto entra nel procedimento decisionale formandolo, evitando un regresso all'infinito, questo avviene in funzione di una visione generale del BENE.

 Ecco l'importanza delle emozioni nella valutazione delle situazioni, fatto questo non considerato da San Tommaso e dalla scolastica in generale ma stimato moltissimo dalla scienza attuale per mezzo di osservazioni iniziate già nel 19° secolo che secondo me  hanno  un iniziale fondamento in KANT.

 E' infatti la possibilità delle emozioni - che hanno un fondamento organico- che rende possibile nell'ordine umano la considerazione del bello insieme a quella del bene, la creazione della musica e della danza e dell'arte in generale non solo in senso strettamente funzionale come nel mondo animale, ma l'aspetto sentimentale della personalità umana deve coordinarsi con la razionalità all'interno di un generale  senso  di  VERITA'. Per conseguenza vanno fatte due osservazioni: la conoscenza umana che può superare il livello materiale tipico del mondo animale e le emozioni dipendendo molto anche dalla nostra corporeità, fanno si che lo psichico e l'organico non possono essere sempre separati.

 

                              4° SEZIONE

a) Fin da aristotele fu osservato che l'essere umano ha un meccanismo automatico che lo costringe a categorizzare sempre in modo quasi istantaneo ogni volta che si rapporta con qualunque situazione, questa qualità è stata chiamata intelletto agente, la sua sua origine fu considerata extracorporea, in pratica di origine divina.

  L'origine extracorporea dello psichismo umano nelle sue forme non animali non è una ipotesi insensata, prendiamo ad esempio la volontà che si esprime con la reminescenza (fatto che comporta una coscienza riflessiva), potrebbe una persona seduta su una sedia mettere le sue mani sotto di essa e sollevarsi?   Certamente no, ma è questo che avviene quando si ricorda, ciò che si muove lo fa perchè almeno è stato  mosso ma  il nostro IO che muove, da cosa è mosso? Si realizza un giro logico che non ha uscita.

 Può esistere un sistema materiale che si autosostiene in senso assoluto? Già il pensiero antico in generale lo negava, si pensi agli elementi di euclide che hanno la loro base in principi generali antecedenti  i  postulati  geometrici, le riflessioni di platone per cui la matematica non si può autofondare ma si deve basare su una metalogica, aristotele riteneva che in qualunque sistema un circolo chiuso fosse impossibile. Lo psichismo animale anche nelle sue forme più evolute si può considerare autosostenibile ma per quello umano tale caratteristica è problematica.

b) La soluzione cattolica è un quid di orgine divina che San Tommaso considerò giustamente unito al corpo così da non ritenere la corporeità un mero contenitore dell'anima e da stimare  l'essere umano un composto sinergico trà l'anima ed il corpo. Questo quid consente le parole, rappresentazioni verbali della realtà che percepiamo, la possibilità di verbalizzare la immagine di noi stessi dicendo IO. 

  A differenza di aristotele e del pensiero medioevale, fin dalla seconda metà del secolo scorso pensatori neotomisti hanno accettato il fatto che la materia organica dell'uomo è anche essa  fondante dei suoi processi intellettivi. La memoria  stimata da San Agostino come un riflesso della TRINITA' è una caratteristica materiale ed anche la capacità immaginativa nella corteccia cerebrale, l'anima presente in noi (che non è concepibile in  modo identico alle visioni reincarnazioniste) non agisce da sola ma insieme ad incredibile velocità con il complesso cerebrale, così che personalmente ritengo che non è che l'anima pensa in noi ma che noi, sinolo di anima e corpo come direbbe aristotele, pensiamo.  In sostanza il lavoro attraverso il quale noi pensiamo non è svolto solo dall'anima ma anche da una specifica attività cerebrale sinergicamente con lo spirito. Si pensi ai sogni, chi sogna? L'anima? Noi sogniamo, forse l'unità corpo-spirito è molto  più sinergica di quanto San Tommaso pensasse.

c) Tuttavia quando la nostra vita materiale finisce e quando l'anima si separa dal corpo deve avvenire in lei una trasformazione  poichè pur essendo separata al corpo ha memoria e capacità immaginativa, la trasformazione è così rilevante che in fondo non si potrebbe  dire che noi usciamo dal corpo, un pò come appare dalle esperienze di premorte se reali? 

  A differenza dei complessi cerebrali animali quando presenti, quello umano - perlomeno dopo che l'anima è infusa - non può funzionare senza spirito immortale,  questo è un limite alla ricerca scientifica sul fondamento della coscienza umana.

 Ma secondo criteri cattolici e filosofici, il problema della esistenza dello psichismo umano non è risolto, al fine di escludere una autosostenibilità  della natura di una realtà creata, presuppone  che  per ogni individuo  umano  esista una specifica volontà divina che  permette al sistema cerebro-spirituale  di  sussistere,  fondandolo.

 Una considerazione finale, molti studiosi non cattolici della coscienza umana spesso inizano le loro riflessioni parlando di Cartesio, a mio parere se valutassero anche i pensatori medioevali potrebbero accrescere le loro competenze.

Cartesio è stato speso utilizzato contro la chiesa cattolica, ma lui  era molto cattolico anche se non particolarmente tomista, interessante è anche il fatto che pure il pensatore francese Rousseau era cattolico.

d) Un problema interessante ignoto a San Tommaso è la intelligenza dei computers, come considerarla? Una caratteristica degli elaboratori elettronici fin dagli anni 50' del secolo scorso è quella di poter realizzare dei ragionamenti - cosa che in passato non era attribuibile alla materia - ciò attraverso confronti con tabelle di verità presenti nei loro programmi. Ma si deve osservare che in fin dei conti essi sono esclusivamente esecutori di ordini umani e che sono privi per loro natura di istinti ed inclinazioni, non hanno una propria volontà.

 Non possono avere coscienza di sè sicuramente poiché privi di emozioni, anche se la loro memoria è notevole ed anche caratterizzata da un senso del tempo, forse un sè di tipo animale a volte gli si potrebbe attribuire ma come quello di serpenti o coccodrilli. Non possono neanche essere giudici in processi, il loro giudizio non sarebbe altro che quello del loro programmatore, le cosiddette scelte di un computer sono caratterizzate da quello che per la filosofia greca si chiama "intellettualismo etico" ovvero sono obbligate, ecco perchè prima ho usato la parola "ragionamenti" e non "giudizi", questi ultimi spessissimo sono collegati ad elementi volitivi.

 

                   

 

                          CONCLUSIONE

Per concludere questa quarta parte, ritengo che nel giudicare il mondo animale spesso si commette un errore nel vederli a volte molto umani, in realtà numerosi comportamenti umani sono più animali (non in senso negativo) di quanto si pensi, questo quando si studiano i viventi può causare un erroneo antropoformismo poichè la specie umana è venuta ad esistere solo dopo molte altre specie animali, assumendo numerosi aspetti delle loro caratteristiche.